PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E PROGRAMMA DELLA TRASPARENZA (2018-2020)

 Approvato dal Consiglio di amministrazione dell’IPAB nella seduta del 2 luglio 2018 

INDICE: 

1– Premessa e riferimenti normativi 

2 – Finalità del PTPCT 

3 – Struttura organizzativa della Fondazione 

4 – Scopo e funzione del PTPC 

5 – Individuazione delle attività della Fondazione esposte a rischio corruzione 

5.1 – Analisi del contesto interno ed esterno 

5.2 – Valutazione dei rischi 

5.3 – Gestione del rischio 

6 – Misure generali di prevenzione della corruzione 

7 – Programma triennale per la trasparenza e l’integrità 

8 – Responsabile della trasparenza 

9 – Obblighi di trasparenza e modalità di accesso dati 

10 – Decorrenza e durata dell’obbligo di pubblicazione 

11 – Accesso civico 

12 – Monitoraggio 

13 – Prima approvazione, entrata in vigore, validità e pubblicazione 

1 – Premessa e riferimenti normativi 

Con il presente Piano Triennale per la prevenzione della corruzione e programma per la trasparenza (PTPCT), la Fondazione Ignazio Foti dà attuazione alle disposizioni di cui alla Legge 6 novembre 2012, n. 190 recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione” (d’ora in poi per brevità “Legge Anti-Corruzione” oppure “L. 190/2012”) e successive modificazioni e/o integrazioni, con la finalità di rafforzare, nel contrasto e nella prevenzione della corruzione, un sistema di controllo interno ed esterno, integrato con gli altri strumenti già adottati dalla Fondazione. 

Inoltre, in attuazione degli obblighi di pubblicità e trasparenza previsti dal D. Lgs. 14 marzo 2013, n. 33, recante “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, approvato dal Governo il 15 febbraio 2013, in attuazione di commi 35 e 36 dell’art. 1 della l. n.190 del 2012” (d’ora in poi, per brevità, “Decreto Trasparenza” oppure D.lgs. 33/2013) e dal Decreto legislativo 25 maggio 2016 n. 97 recante “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell’articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” nel novellare l’art. 5 del d.lgs. 33/2013, ha disciplinato anche un nuovo accesso civico (c.d. generalizzato), molto più ampio di quello previsto dalla precedente formulazione, riconoscendo a chiunque, indipendentemente dalla titolarità di situazioni giuridicamente rilevanti, l’accesso ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati, e salvi i casi di segreto o di divieto di divulgazione previsti dall’ordinamento; la Fondazione individua le misure organizzative volte ad assicurare la regolarità e tempestività delle informazioni inerenti l’attività Statutaria, da pubblicare ai sensi della normativa vigente. 

Il presente piano, predisposto dal Responsabile Prevenzione Corruzione e Trasparenza, è adottato in conformità alle indicazioni ed alle linee guida fornite dal Piano Nazionale Anticorruzione; in particolare, ottemperando alle Linee guida emesse dall’ANAC con determinazione n. 8 del 17 giugno 2015 e, successivamente, riordinate con delibera n. 1134 dell’8 novembre 2017 “Nuove linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici”. 

Il Programma diviene, quindi, uno degli elementi fondamentali per dare attuazione al nuovo ruolo delle pubbliche amministrazioni, chiamate ad avviare un processo di informazione e di condivisione delle attività poste in essere e ad alimentare un clima di fiducia, di confronto e crescita con i cittadini. Gli obiettivi fissati dal Programma si integrano con tutti gli altri atti di programmazione generale dell’Ente. 

2 – Finalità del PTPCT 

Il presente piano triennale si prefigge l’obiettivo di prevenire non solo i fenomeni corruttivi previsti dal codice penale, ma anche i fenomeni di “cattiva amministrazione”, che pur non integrando profili penali, sono comunque sintomo di illegittimità, inefficienze e poca trasparenza. 

Esso, pertanto, rappresenta lo strumento programmatico con il quale la Fondazione individua le aree e i processi nei quali si possono verificare fenomeni corruttivi e, conseguentemente, gli strumenti per prevenirli, nonché di favorire l’attuazione di comportamenti ispirati: 

  • all’etica della responsabilità, in modo che ciascuno sia pienamente consapevole dei rischi a cui sarebbe esposta la Fondazione, oltre alle conseguenze penali a carico del soggetto autore della violazione; 
  • all’obiettivo di assicurare piena attuazione alla misure di contenimento del rischio previste nel presente documento, nel rispetto delle procedure e delle regole interne; 
  • all’obiettivo di assicurare la correttezza dei rapporti tra la Fondazione e i soggetti che con la stessa intrattengono relazioni di qualsiasi genere, anche verificando eventuali situazioni che potrebbero generare possibili conflitti di interesse. 

3 – Struttura organizzativa della Fondazione (IPAB) 

La Fondazione Ignazio Foti è una Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (IPAB), eretta ad Ente Morale con R.D. Del 19.2.1940 e trae origine dagli atti di ultima volontà del Barone Ignazio Foti. 

L’attività della Fondazione è regolata dallo Statuto approvato con Delibera 19 aprile 1946 e ss.mm.ii. 

La Fondazione non ha scopo di lucro e persegue fini di solidarietà sociale nei settori dell’assistenza agli anziani, ai disabili, ai minori ed altre categorie deboli e beneficenza sociale, dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione e della formazione. 

L’IPAB opera sotto il controllo e la vigilanza della Regione Siciliana ed è amministrata da un Consiglio di Amministrazione e dal Presidente 

La struttura organizzativa della Fondazione prevede il coinvolgimento dei seguenti seguenti soggetti: 

  • Il Consiglio di Amministrazione, formato da 5 Consiglieri in carica e dal Presidente, chiamato ad adottare il PTPC secondo un doppio passaggio (preliminare approvazione di uno schema e poi approvazione del Programma definitivo); il Consiglio predispone obiettivi specifici strategici in materia di anticorruzione ad integrazione dei più generali di programmazione dell’ente; 
  • Il RPCT territoriale chiamato a svolgere i compiti previsti dalla normativa, nominato con delibera del Consiglio di Amministrazione n. 10 del 16 febbraio 2018 e rimane in carico sino a successivo e diverso provvedimento di nomina. 

Allo stato, la Fondazione non ha dipendenti, i membri del consiglio di amministrazione svolgono l’incarico gratuitamente, salvo rimborso per le spese vive. 

4 – Scopo e funzione del PTPC 

Il PTPC è lo strumento di cui l’Ente si dota per: 

  • Prevenire la corruzione e l’illegalità attraverso una valutazione del livello di esposizione dell’Ente ai fenomeni di corruzione, corruttela e mala gestione; 
  • Compiere una ricognizione ed una valutazione delle aree nelle quali il rischio di corruzione appare più elevato, avuto riguardo alle aree e attività già evidenziate dalla normativa di riferimento (cfr.art. 1, co.16 Legge Anticorruzione), dal PNA 2013, dall’Aggiornamento al PNA 2015, dal PNA 2016 e dall’Aggiornamento al PNA 2016, nonché delle altre aree che dovessero risultare sensibili in ragione dell’attività svolta; 
  • Individuare le misure preventive del rischio; 
  • Garantire l’idoneità, sia sotto il profilo etico sia sotto il profilo operativo e professionale, dei soggetti chiamati ad operare nelle aree ritenute maggiormente sensibili al rischio corruzione e illegalità; 
  • Facilitare e assicurare la puntuale applicazione delle norme sulla trasparenza, tenuto conto della loro compatibilità e applicabilità; 
  • Facilitare e assicurare la puntuale applicazione delle norme sulle inconferibilità ed incompatibilità; 
  • Garantire l’accesso civico e l’accesso civico generalizzato in conformità alla normativa di riferimento. 

Nella predisposizione del presente PTPC, l’Ente tiene conto della propria peculiarità di ente pubblico non economico e applica il principio di proporzionalità, di efficienza e di efficacia, avuto riguardo alle proprie dimensioni, all’organizzazione interna. 

5 – Individuazione delle attività della Fondazione esposte a rischio corruzione 

Sono esposte a rischio corruzione le seguenti attività della Fondazione, sulla base di quanto disposto dalla L. 190/2012: 

a) affidamento di lavori, servizi e forniture: si tratta delle attività in cui si concretizza la scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture, servizi per lo svolgimento dell’attività della Fondazione, anche con riferimento alle modalità di selezione ai sensi del Codice dei contratti pubblici, dei servizi e delle forniture di cui al D.Lgs. 18 aprile 2016 n. 50 e ss.mm.ii ed agli ulteriori provvedimenti dell’ANAC; 

b) gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio: consiste in tutta le attività necessarie a ricevere o concedere ed erogare di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone o enti pubblici e privati, redazione ed approvazione dei bilanci preventivi e consuntivi, registrazione; della contabilità, gestione dei c/c bancari e, in generale delle casse della Fondazione 

c) gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare: consiste in tutta l’attività di gestione e manutenzione degli immobili di proprietà della Fondazione, con particolare riferimento ai contratti di locazione di terreni; 

d) affidamento di incarichi a consulenti: si tratta di tutte le attività relative al conferimento di incarichi a soggetti esterni alla Fondazione 

5. 1 – Analisi del contesto interno ed esterno 

Nell’individuazione delle attività della Fondazione esposte al rischio corruzione è stata operata un’analisi del contesto esterno, cioè dell’ambiente in cui la Fondazione opera, sia in termini territoriali che di contesti socio-culturali. 

Per stabilire le caratteristiche dell’ambiente in cui opera la fondazione sono stati considerati i fattori legati al territorio, le relazioni e le possibili influenze, con particolare riferimento alle difficili condizioni ambientali che caratterizzano gli affitti agrari e di pascolo dei terreni di proprietà dell’Ente. 

In ordine al contesto interno alla Fondazione, sono state valutate le dinamiche che caratterizzano i processi della Fondazione ritenuti maggiormente esposti a rischi. 

Nello svolgimento delle attività preparatorie e di redazione del Piano sono stati coinvolti sia i membri del CDA che gli esperti nominati: 

  • nelle attività di analisi o nella mappatura dei processi rilevanti ai fini della prevenzione della corruzione; 
  • nella valutazione di eventuali nuove aree di rischio; 
  • nell’individuazione delle misure di contrasto e di tutte le attività da porre in essere per garantire la piena conoscenza delle misure adottate per prevenire comportamenti illegittimi; 
  • nell’aspetto sinergico con quanto già realizzato o programmato in tema di trasparenza ed integrità, in particolare: 
  • con l’aggiornamento della mappatura degli obblighi di pubblicazione sul sito istituzione, nell’apposita sezione dell’Amministrazione trasparente; 
  • con l’individuazione del responsabile del procedimento di pubblicazione e degli incaricati alla pubblicazione, dei tempi e della durata della pubblicazione; 
  • con l’inserimento nell’apposita sezione del sito istituzionale di modulistica e di tutte le attività svolte dalla Fondazione per prevenire ipotesi di corruzione. 

5.2 – Valutazione dei rischi 

La valutazione dei rischi si è articolata in 3 fasi: 

1) identificazione dei rischi di corruzione che caratterizzano i processi e le attività della Fondazione 

2) analisi dei rischi 

3) ponderazione dei rischi 

Tale valutazione è avvenuta prendendo come riferimento metodologico la normativa esistente e le linee guida emanate dall’ANAC. 

5.3 – Gestione del rischio 

Area di rischio Obiettivi Misure di prevenzione Tempistica 
Punto 5 Lettera a) Ridurre le opportunità che si manifestino ipotesi di corruzione Punto 6 a), b) e c) Tempestivo 
Punto 5 lettera b) Ridurre le opportunità che si manifestino ipotesi di corruzione Punto 6 a), b), e c) Tempestivo 
Punto 5 Lettera c) Ridurre le opportunità che si manifestino ipotesi di corruzione Punto 6 a), b) e c) Tempestivo 
Punto 5 Lettera d) Ridurre le Ridurre le opportunità che si manifestino ipotesi di corruzione Punto 6 a), b), c) e d) Tempestivo 

6 – Misure generali di prevenzione della corruzione 

Le misure generali di prevenzione della corruzione adottate dalla Fondazione sono le seguenti: 

a) obbligo di astensione nel caso di conflitto di interessi, anche solamente potenziali; in tali casi il soggetto coinvolto deve astenersi dal partecipare all’adozione di decisioni e di tutti gli atti propedeutici e conseguenziali; 

b) monitoraggio dei rapporti tra Fondazione e soggetti terzi: tale monitoraggio è teso a verificare l’esistenza di incompatibilità o conflitto di interessi fra organi della Fondazione e soggetti che con essa stipulino contratti o che sono interessati alla concessione o erogazione di vantaggi, anche non economici; il soggetto che si trovi in tale stato ha l’obbligo di informare il Responsabile della prevenzione della corruzione che dovrà intervenire per eliminare le criticità segnalate 

c) chiunque segnali condotte illecite ha il diritto di essere tutelato con l’adozione da parte della Fondazione di tutte le misure idonee per garantire la riservatezza; 

d) individuazione delle controparti dei contratti relativi alla locazione dei beni immobili della Fondazione attraverso procedure di evidenza pubblica. 

7 – Programma Triennale per la Trasparenza e l’integrità 

La trasparenza è una misura di prevenzione della corruzione in quanto consente il controllo generalizzato di tutto ciò che concerne l’organizzazione della Fondazione e lo svolgimento delle attività istituzionali. FONDAZIONE “IGNAZIO FOTI” Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza eretta in Ente Morale con R.D. n. 349 del 19 febbraio 1940 Provincia di Messina 

Il programma triennale per la trasparenza e l’integrità, previsto dall’art. 10 D. Lgs. 33/2013, rappresenta il documento attraverso il quale garantire che tutte le attività della Fondazione rispettino i criteri stabiliti dalla Legge. 

8 – Responsabile della trasparenza 

Il Responsabile per la prevenzione della Corruzione e per la trasparenza: 

  • propone al Consiglio di Amministrazione l’approvazione e l’aggiornamento continuo del Piano triennale per la prevenzione della corruzione: 
  • verifica l’efficace attuazione e l’idoneità del predetto piano; 
  • riferisce al Consiglio di Amministrazione sull’attività svolta. 

Al responsabile della Trasparenza spettano i seguenti compiti: 

  • attività di controllo sull’adempimento da parte della Fondazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e l’aggiornamento delle informazioni pubblicate, nonché segnalando il mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione; 
  • attività di controllo circa la regolare attuazione dell’accesso civico; 
  • attività di garanzia circa l’integrità, il costante aggiornamento, la completezza, la comprensibilità e la facile accessibilità del programma e del sito. 

9 – Obblighi di trasparenza e modalità di accesso ai dati 

L’Ente intende provvedere alla verifica dell’efficacia delle procedure relative all’accesso agli atti ai sensi della Legge n.241/90, all’accesso civico e all’accesso civico generalizzato, e alla verifica della sistematica pubblicazione sul sito istituzionale di tutte le notizie di interesse.

In particolare la trasparenza è assicurata mediante la pubblicazione, nel sito istituzionale della Fondazione, delle informazioni relative all’organizzazione della Fondazione e alle attività da questa svolte. 

L’adeguamento alla normativa trasparenza con particolare riguardo alla fase di inserimento dei dati viene svolta per il tramite di un provider informatico esterno. I rapporti con il provider esterno in termini di coordinamento, disposizioni da impartire, controllo dell’attività e delle relative tempistiche di esecuzione, è di competenza del Presidente. 

Le informazioni sono pubblicate e costantemente aggiornate sul sito istituzionale https//fondazionefoti.it, nella sezione “Amministrazione trasparente” in formato di tipo aperto, ai sensi del Codice dell’amministrazione digitale previsto dal D. Lgs. 82/2005 e comunque nel formato indicato dalle normative di riferimento. 

La Fondazione si riserva di provvedere alla pubblicazione di ulteriori dati, che siano utili a garantire un migliore livello di trasparenza nell’apposita sezione “Altri contenuti”. 

10 – Decorrenza e durata dell’obbligo di pubblicazione 

I documenti, contenenti atti oggetto di pubblicazione obbligatoria ai sensi del D.Lgs 33/2013, sono pubblicati tempestivamente sul sito istituzionale e mantenuti aggiornati; tali dati resteranno pubblicati nei termini di legge. 

11 – Accesso agli atti 

L’accesso civico è il diritto di chiunque di richiedere i documenti, le informazioni e i dati che le pubbliche amministrazioni e gli enti privati soggetti a controllo pubblico abbiano omesso di pubblicare pur avendone l’obbligo.

La richiesta è gratuita, non deve essere motivata e va indirizzata al Responsabile della Trasparenza. 

Può essere presentata: 

  • tramite pec all’indirizzo: fondazioneignaziofoti@pec.linkspace.it 
  • tramite email all’indirizzo: 
  • tramite posta ordinaria al seguente indirizzo: Via Vittorio Emanuele III, 201, 98060 Basicò (ME)

L’accesso civico generalizzato ha ad oggetto dati e documenti ulteriori detenuti dalla Fondazione per i quali non vi è l’obbligo della pubblicazione. 

La richiesta è gratuita, non deve essere motivata e va indirizzata al Responsabile della Trasparenza. 

Può essere presentata: 

  • tramite pec all’indirizzo: fondazioneignaziofoti@pec.linkspace.it 
  • tramite email all’indirizzo: 
  • tramite posta ordinaria al seguente indirizzo: Via Vittorio Emanuele III, 201, 98060 Basicò (ME)

In conformità all’art. 5 comma 2 del D.Lgs. 33/2013: 

  • chiunque ha diritto di accedere ai dati e ai documenti dell’Ente nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi giuridicamente rilevanti secondo quanto previsto dall’articolo 5-bis che disciplina altresì le ipotesi di rifiuto, differimento o limitazione dell’accesso; 
  • l’istanza può essere trasmessa per via telematica secondo le modalità previste dal D.Lgs. 82/2005 – art. 65; 
  • il rilascio di dati o documenti in formato elettronico o cartaceo è gratuito, salvo il rimborso del costo effettivamente sostenuto e documentato dall’amministrazione per la riproduzione su supporti materiali;
  • nei casi di diniego totale o parziale dell’accesso o di mancata risposta entro il termine indicato, il richiedente può presentare richiesta di riesame al RPCT che decide con provvedimento motivato, entro il termine di venti giorni, anche sentendo il Garante per la protezione dei dati personali se necessario; 
  • avverso la decisione dell’amministrazione competente o, in caso di richiesta di riesame, avverso quella del RPCT, il richiedente può proporre ricorso al Tribunale amministrativo regionale ai sensi dell’articolo 116 del Codice del processo amministrativo di cui al D. Lgs. 2 luglio 2010, n. 104. 

Non sono ammissibili: 

  • richieste meramente esplorative, ovvero volete a scoprire di quali informazioni l’ente dispone; 
  • richieste generiche, che non consentano l’individuazione del dato, de documento o dell’informazione; 
  • richieste per un numero manifestamente irragionevole di documenti 

L’accesso civico generalizzato è gestito dal Consiglio secondo le previsioni di legge. 

Le limitazioni e le esclusioni all’accesso civico generalizzato, di cui agli artt. 5 bis e 5 ter del D.lgs.33/2013 seguono il regime di limitazioni ed esclusioni già previsto per l’accesso civico documentale. 

12 – Monitoraggio 

Per ogni informazione pubblicata il Responsabile verificherà la qualità, l’integrità, il costante aggiornamento, la completezza, la tempestività e la semplicità dei dati da pubblicare. 

In sede di aggiornamento annuale del Programma per la trasparenza e l’integrità verrà rilevato lo stato di attuazione delle azioni previste in teme di trasparenza ed il rispetto degli obblighi di pubblicazione. 

13. Prima approvazione, entrata in vigore, validità e pubblicazione 

  • In sede di prima approvazione e di ogni successiva ed eventuale modifica, la proposta di piano, come predisposta dal Responsabile ai sensi dell’art. 8 e previa adozione da parte del Consiglio di Amministrazione, viene pubblicata per un periodo non inferiore ai 15 giorni su di un’apposita pagina da predisporsi sul sito istituzionale dell’Ente, al fine di consentire il più ampio coinvolgimento della società civile. Il Consiglio di Amministrazione potrà deliberare l’approvazione del piano solo in presenza delle controdeduzioni alle osservazioni eventualmente pervenute, a cura del Responsabile; 
  • Il Piano – nonché le eventuali successive modificazioni – entra in vigore a seguito della esecutività della relativa deliberazione di approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione; 
  • Il Piano viene pubblicato sul sito dell’Ente alla sezione “Amministrazione trasparente” nelle sottosezioni previste, riportando gli estremi di approvazione e le più opportune informazioni sulle successive modifiche ed integrazioni; 
  • in sede di prima approvazione il Piano ha validità fino al 31 dicembre 2020 (triennio 2018 – 2020).