3 Giugno 2023 | Montalbano L’icona – Al Castello
Evento organizzato col patrocinio della IPAB B.Buccheri
3 Giugno 2023 | Montalbano L’icona – Al Castello
Evento organizzato col patrocinio della IPAB B.Buccheri
Approvato dal Consiglio di amministrazione dell’IPAB nella seduta del 2 luglio 2018
1– Premessa e riferimenti normativi
2 – Finalità del PTPCT
3 – Struttura organizzativa della Fondazione
4 – Scopo e funzione del PTPC
5 – Individuazione delle attività della Fondazione esposte a rischio corruzione
5.1 – Analisi del contesto interno ed esterno
5.2 – Valutazione dei rischi
5.3 – Gestione del rischio
6 – Misure generali di prevenzione della corruzione
7 – Programma triennale per la trasparenza e l’integrità
8 – Responsabile della trasparenza
9 – Obblighi di trasparenza e modalità di accesso dati
10 – Decorrenza e durata dell’obbligo di pubblicazione
11 – Accesso civico
12 – Monitoraggio
13 – Prima approvazione, entrata in vigore, validità e pubblicazione
Con il presente Piano Triennale per la prevenzione della corruzione e programma per la trasparenza (PTPCT), la Fondazione Ignazio Foti dà attuazione alle disposizioni di cui alla Legge 6 novembre 2012, n. 190 recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione” (d’ora in poi per brevità “Legge Anti-Corruzione” oppure “L. 190/2012”) e successive modificazioni e/o integrazioni, con la finalità di rafforzare, nel contrasto e nella prevenzione della corruzione, un sistema di controllo interno ed esterno, integrato con gli altri strumenti già adottati dalla Fondazione.
Inoltre, in attuazione degli obblighi di pubblicità e trasparenza previsti dal D. Lgs. 14 marzo 2013, n. 33, recante “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, approvato dal Governo il 15 febbraio 2013, in attuazione di commi 35 e 36 dell’art. 1 della l. n.190 del 2012” (d’ora in poi, per brevità, “Decreto Trasparenza” oppure D.lgs. 33/2013) e dal Decreto legislativo 25 maggio 2016 n. 97 recante “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell’articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” nel novellare l’art. 5 del d.lgs. 33/2013, ha disciplinato anche un nuovo accesso civico (c.d. generalizzato), molto più ampio di quello previsto dalla precedente formulazione, riconoscendo a chiunque, indipendentemente dalla titolarità di situazioni giuridicamente rilevanti, l’accesso ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati, e salvi i casi di segreto o di divieto di divulgazione previsti dall’ordinamento; la Fondazione individua le misure organizzative volte ad assicurare la regolarità e tempestività delle informazioni inerenti l’attività Statutaria, da pubblicare ai sensi della normativa vigente.
Il presente piano, predisposto dal Responsabile Prevenzione Corruzione e Trasparenza, è adottato in conformità alle indicazioni ed alle linee guida fornite dal Piano Nazionale Anticorruzione; in particolare, ottemperando alle Linee guida emesse dall’ANAC con determinazione n. 8 del 17 giugno 2015 e, successivamente, riordinate con delibera n. 1134 dell’8 novembre 2017 “Nuove linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici”.
Il Programma diviene, quindi, uno degli elementi fondamentali per dare attuazione al nuovo ruolo delle pubbliche amministrazioni, chiamate ad avviare un processo di informazione e di condivisione delle attività poste in essere e ad alimentare un clima di fiducia, di confronto e crescita con i cittadini. Gli obiettivi fissati dal Programma si integrano con tutti gli altri atti di programmazione generale dell’Ente.
Il presente piano triennale si prefigge l’obiettivo di prevenire non solo i fenomeni corruttivi previsti dal codice penale, ma anche i fenomeni di “cattiva amministrazione”, che pur non integrando profili penali, sono comunque sintomo di illegittimità, inefficienze e poca trasparenza.
Esso, pertanto, rappresenta lo strumento programmatico con il quale la Fondazione individua le aree e i processi nei quali si possono verificare fenomeni corruttivi e, conseguentemente, gli strumenti per prevenirli, nonché di favorire l’attuazione di comportamenti ispirati:
La Fondazione Ignazio Foti è una Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (IPAB), eretta ad Ente Morale con R.D. Del 19.2.1940 e trae origine dagli atti di ultima volontà del Barone Ignazio Foti.
L’attività della Fondazione è regolata dallo Statuto approvato con Delibera 19 aprile 1946 e ss.mm.ii.
La Fondazione non ha scopo di lucro e persegue fini di solidarietà sociale nei settori dell’assistenza agli anziani, ai disabili, ai minori ed altre categorie deboli e beneficenza sociale, dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione e della formazione.
L’IPAB opera sotto il controllo e la vigilanza della Regione Siciliana ed è amministrata da un Consiglio di Amministrazione e dal Presidente
La struttura organizzativa della Fondazione prevede il coinvolgimento dei seguenti seguenti soggetti:
Allo stato, la Fondazione non ha dipendenti, i membri del consiglio di amministrazione svolgono l’incarico gratuitamente, salvo rimborso per le spese vive.
Il PTPC è lo strumento di cui l’Ente si dota per:
Nella predisposizione del presente PTPC, l’Ente tiene conto della propria peculiarità di ente pubblico non economico e applica il principio di proporzionalità, di efficienza e di efficacia, avuto riguardo alle proprie dimensioni, all’organizzazione interna.
Sono esposte a rischio corruzione le seguenti attività della Fondazione, sulla base di quanto disposto dalla L. 190/2012:
a) affidamento di lavori, servizi e forniture: si tratta delle attività in cui si concretizza la scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture, servizi per lo svolgimento dell’attività della Fondazione, anche con riferimento alle modalità di selezione ai sensi del Codice dei contratti pubblici, dei servizi e delle forniture di cui al D.Lgs. 18 aprile 2016 n. 50 e ss.mm.ii ed agli ulteriori provvedimenti dell’ANAC;
b) gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio: consiste in tutta le attività necessarie a ricevere o concedere ed erogare di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone o enti pubblici e privati, redazione ed approvazione dei bilanci preventivi e consuntivi, registrazione; della contabilità, gestione dei c/c bancari e, in generale delle casse della Fondazione
c) gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare: consiste in tutta l’attività di gestione e manutenzione degli immobili di proprietà della Fondazione, con particolare riferimento ai contratti di locazione di terreni;
d) affidamento di incarichi a consulenti: si tratta di tutte le attività relative al conferimento di incarichi a soggetti esterni alla Fondazione
Nell’individuazione delle attività della Fondazione esposte al rischio corruzione è stata operata un’analisi del contesto esterno, cioè dell’ambiente in cui la Fondazione opera, sia in termini territoriali che di contesti socio-culturali.
Per stabilire le caratteristiche dell’ambiente in cui opera la fondazione sono stati considerati i fattori legati al territorio, le relazioni e le possibili influenze, con particolare riferimento alle difficili condizioni ambientali che caratterizzano gli affitti agrari e di pascolo dei terreni di proprietà dell’Ente.
In ordine al contesto interno alla Fondazione, sono state valutate le dinamiche che caratterizzano i processi della Fondazione ritenuti maggiormente esposti a rischi.
Nello svolgimento delle attività preparatorie e di redazione del Piano sono stati coinvolti sia i membri del CDA che gli esperti nominati:
La valutazione dei rischi si è articolata in 3 fasi:
1) identificazione dei rischi di corruzione che caratterizzano i processi e le attività della Fondazione
2) analisi dei rischi
3) ponderazione dei rischi
Tale valutazione è avvenuta prendendo come riferimento metodologico la normativa esistente e le linee guida emanate dall’ANAC.
Area di rischio | Obiettivi | Misure di prevenzione | Tempistica |
Punto 5 Lettera a) | Ridurre le opportunità che si manifestino ipotesi di corruzione | Punto 6 a), b) e c) | Tempestivo |
Punto 5 lettera b) | Ridurre le opportunità che si manifestino ipotesi di corruzione | Punto 6 a), b), e c) | Tempestivo |
Punto 5 Lettera c) | Ridurre le opportunità che si manifestino ipotesi di corruzione | Punto 6 a), b) e c) | Tempestivo |
Punto 5 Lettera d) | Ridurre le Ridurre le opportunità che si manifestino ipotesi di corruzione | Punto 6 a), b), c) e d) | Tempestivo |
Le misure generali di prevenzione della corruzione adottate dalla Fondazione sono le seguenti:
a) obbligo di astensione nel caso di conflitto di interessi, anche solamente potenziali; in tali casi il soggetto coinvolto deve astenersi dal partecipare all’adozione di decisioni e di tutti gli atti propedeutici e conseguenziali;
b) monitoraggio dei rapporti tra Fondazione e soggetti terzi: tale monitoraggio è teso a verificare l’esistenza di incompatibilità o conflitto di interessi fra organi della Fondazione e soggetti che con essa stipulino contratti o che sono interessati alla concessione o erogazione di vantaggi, anche non economici; il soggetto che si trovi in tale stato ha l’obbligo di informare il Responsabile della prevenzione della corruzione che dovrà intervenire per eliminare le criticità segnalate
c) chiunque segnali condotte illecite ha il diritto di essere tutelato con l’adozione da parte della Fondazione di tutte le misure idonee per garantire la riservatezza;
d) individuazione delle controparti dei contratti relativi alla locazione dei beni immobili della Fondazione attraverso procedure di evidenza pubblica.
La trasparenza è una misura di prevenzione della corruzione in quanto consente il controllo generalizzato di tutto ciò che concerne l’organizzazione della Fondazione e lo svolgimento delle attività istituzionali. FONDAZIONE “IGNAZIO FOTI” Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza eretta in Ente Morale con R.D. n. 349 del 19 febbraio 1940 Provincia di Messina
Il programma triennale per la trasparenza e l’integrità, previsto dall’art. 10 D. Lgs. 33/2013, rappresenta il documento attraverso il quale garantire che tutte le attività della Fondazione rispettino i criteri stabiliti dalla Legge.
Il Responsabile per la prevenzione della Corruzione e per la trasparenza:
Al responsabile della Trasparenza spettano i seguenti compiti:
L’Ente intende provvedere alla verifica dell’efficacia delle procedure relative all’accesso agli atti ai sensi della Legge n.241/90, all’accesso civico e all’accesso civico generalizzato, e alla verifica della sistematica pubblicazione sul sito istituzionale di tutte le notizie di interesse.
In particolare la trasparenza è assicurata mediante la pubblicazione, nel sito istituzionale della Fondazione, delle informazioni relative all’organizzazione della Fondazione e alle attività da questa svolte.
L’adeguamento alla normativa trasparenza con particolare riguardo alla fase di inserimento dei dati viene svolta per il tramite di un provider informatico esterno. I rapporti con il provider esterno in termini di coordinamento, disposizioni da impartire, controllo dell’attività e delle relative tempistiche di esecuzione, è di competenza del Presidente.
Le informazioni sono pubblicate e costantemente aggiornate sul sito istituzionale https//fondazionefoti.it, nella sezione “Amministrazione trasparente” in formato di tipo aperto, ai sensi del Codice dell’amministrazione digitale previsto dal D. Lgs. 82/2005 e comunque nel formato indicato dalle normative di riferimento.
La Fondazione si riserva di provvedere alla pubblicazione di ulteriori dati, che siano utili a garantire un migliore livello di trasparenza nell’apposita sezione “Altri contenuti”.
I documenti, contenenti atti oggetto di pubblicazione obbligatoria ai sensi del D.Lgs 33/2013, sono pubblicati tempestivamente sul sito istituzionale e mantenuti aggiornati; tali dati resteranno pubblicati nei termini di legge.
L’accesso civico è il diritto di chiunque di richiedere i documenti, le informazioni e i dati che le pubbliche amministrazioni e gli enti privati soggetti a controllo pubblico abbiano omesso di pubblicare pur avendone l’obbligo.
La richiesta è gratuita, non deve essere motivata e va indirizzata al Responsabile della Trasparenza.
Può essere presentata:
L’accesso civico generalizzato ha ad oggetto dati e documenti ulteriori detenuti dalla Fondazione per i quali non vi è l’obbligo della pubblicazione.
La richiesta è gratuita, non deve essere motivata e va indirizzata al Responsabile della Trasparenza.
Può essere presentata:
In conformità all’art. 5 comma 2 del D.Lgs. 33/2013:
Non sono ammissibili:
L’accesso civico generalizzato è gestito dal Consiglio secondo le previsioni di legge.
Le limitazioni e le esclusioni all’accesso civico generalizzato, di cui agli artt. 5 bis e 5 ter del D.lgs.33/2013 seguono il regime di limitazioni ed esclusioni già previsto per l’accesso civico documentale.
Per ogni informazione pubblicata il Responsabile verificherà la qualità, l’integrità, il costante aggiornamento, la completezza, la tempestività e la semplicità dei dati da pubblicare.
In sede di aggiornamento annuale del Programma per la trasparenza e l’integrità verrà rilevato lo stato di attuazione delle azioni previste in teme di trasparenza ed il rispetto degli obblighi di pubblicazione.